Riassunto: due donne del passato di Silver Surfer sono tornate in vita. Frankie Raye alias Nova è di nuovo tra i vivi e Shalla-Bal è ora a capo della rinata Zenn-La, pianeta resuscitato come spietata dittatura militare. Intanto, Saren Lotus sta spargendo terrore nella Galassia con i suoi poteri di controllo mentale. Come sconfiggere qualcuno che può controllare anche i tuoi pensieri?

 

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#11 – Casa

di Fabio Furlanetto

 

 

Seduto sugli scogli, illuminato dai due soli che splendono nel cielo, Silver Surfer non muove un muscolo da ore. Se questa fosse la Terra la sua posa sarebbe paragonata ad una famosa statua che ritrae un pensatore, ma gli indigeni dalla pelle blu e con una vistosa cresta rossa hanno ben altri pensieri su di lui. Se ne tengono a debita distanza, cercando di capire che cosa sia questo essere venuto dalle stelle; alcuni lo ritengono un messia venuto ad elevare la loro civiltà a nuove vette, altri preparano le proprie frecce per uccidere il demone argenteo.

Mentre loro discutono il da farsi, un’altra aliena esce dalle acque. Ai loro occhi è ancora più aliena, non tanto per la sua pelle rosa ma per la chioma di capelli rossi, qualcosa che non hanno mai visto.

-Silverado, l’acqua è semplicemente perfetta! Sicuro di non volerti fare una nuotata? – chiede Frankie Raye, aggiustandosi i capelli e camminando verso gli scogli.

Si ferma davanti ai due nativi che si sono inginocchiati di fronte a lei. Un maschio adulto ed una femmina che per gli standard umani avrebbe appena iniziato l’adolescenza; a differenza di lui, la ragazza alza lo sguardo per sbirciare la donna venuta dallo spazio senza farsi scoprire.

-Salve. Non vi stiamo disturbando, vero? Non c’era nessuno quando siamo arrivati.

-O dea delle stelle, tutto ciò che splende sotto i soli è vostro se lo volete. Se il Dio d’Argento è venuto a cercare una moglie o una servitrice, offro la vita della mia unica figlia come-

-Lasciamo perdere – taglia corto l’aliena rosa, tornando a camminare verso gli scogli ma con passo nervoso. I suoi capelli prendono fuoco ed il costume da bagno dorato si espande fino a coprire ogni centimetro della sua pelle, rivelando la sua vera forma.

Raggiunge Silver Surfer e chiede, mettendo le mani sulle anche:

-Hai intenzione di restare lì tutto il giorno?

-Non giudicare i nativi, sono una razza molto giovane ed ancora ingenua.

-Vorrei solo trovare UN posto dove rilassarci senza che ci sia qualcuno che ci vuole uccidere o che ci considera degli dei!

-Forse tutti cerchiamo qualcosa che non si può ottenere, solo perché goderci il viaggio ci distrae dalla futilità dell’esistenza stessa.

-Certo che sai essere deprimente quando ti ci metti, Silverado. L’unico motivo per venire qui era ricaricare le batterie: proprio non sai staccare la spina, vero?

-Siamo ex araldi di Galactus, Nova: siamo noi le batterie. E non c’è elettricità in questo-

-Lascia perdere. Allora, se non sei dell’umore giusto per rilassarti, andiamo in cerca di qualche avventura!

-Dove, per esempio?

-Non lo so! Quando ero nei Fantastici Quattro, i problemi tendevano a venire da noi oppure Reed si cacciava nei guai scoprendo qualche dimensione. Abbiamo l’intero universo a nostra disposizione, e tu hai intenzione di startene seduto lì a commiserarti?

-Non credo che tu abbia ben chiara la gravità della mia situazione, Nova.

-No, ma ho l’impressione che farai un monologo per spiegarmela.

-Shalla-Bal è sotto il controllo mentale di Saren Lotus, i cui poteri hanno effetto persino su di me. Se mi avvicinassi a lui, la sua sola presenza mi impedirebbe di fargli del male; è solo perché vuole farmi soffrire come punizione per aver portato Galactus a divorare il suo mondo natale che non usa il suo potere per rendermi il suo schiavo personale.

-Ma a parte questo non ha altri poteri, giusto? Ed il suo raggio d’azione dev’essere limitato.

-E’ così, ma mi sfugge come questo possa essermi utile.

-Sparagli una scarica di potere cosmico puro da un altro sistema solare e fagli saltare per aria l’astronave, no?

-Ucciderlo a sangue freddo? Anche se fossi disposto a mettere fine ad una vita per salvarne milioni, Saren non sarebbe l’unica vittima: agendo ad una tale distanza non posso essere sicuro di eliminare soltanto lui. Sarebbero uccisi anche i suoi sottoposti.

-E allora? Sono terroristi!

-Sono esseri senzienti sotto controllo mentale, Nova.

-Okay, che ne dici di un robot allora?

-Il suo potere si estende a qualunque cosa possa pensare, come ha dimostrato corrompendo EEVA; persino esseri di caratura cosmica, come me o Terrax, non sono immuni.

-E’ una mia impressione o sono l’unica che sta provando seriamente a cercare un modo per fermare questo tizio?

-Non sai di cosa parli, Nova.

-Forse sì. Credi di essere l’unico ex araldo a provare sensi di colpa per quello che ha fatto?

-Le mie azioni come araldo di Galactus non hanno nulla a che fare con-

-Sai cosa penso? Che sotto sotto tu voglia che Saren continui a torturarti, perché ti senti colpevole per aver portato alla distruzione del suo mondo.

-Ma io sono colpevole.

-Non per TUTTO! Okay, Saren è l’ultimo sopravvissuto del suo mondo e non dico che la cosa non faccia schifo. Ma non è colpa tua se è diventato un terrorista invece di usare i suoi poteri a fin di bene! Cosa che, tra l’altro, è esattamente quello che tu NON stai facendo in questo momento.

-Suppongo ci sia un fondo di verità nelle tue parole, Nova. Devo riflettere attentamente su-

-NO!!! – urla la donna, lanciando una scarica di energia verso Silver Surfer. Non abbastanza potente perché lui possa sentirla, ma la roccia sotto di lui viene vaporizzata all’istante; prima che lui possa toccare l’acqua, la sua tavola da surf argentea vola in suo soccorso.

Silver Surfer vola verso di lei, con il potere cosmico pulsante tra le mani strette a pugno.

-Sei impazzita, donna!?

-E’ ora di smetterla di starsene a rimuginare sul da farsi, Surfer! A volte pensare troppo fa soltanto male, e tu sei un maestro nel complicare inutilmente questioni semplicissime.

-Siamo forze della natura, Nova. Se agiamo avventatamente, la gente può farsi del male.

-E cosa succede se non agiamo?

Il fuoco cosmico nei pugni di Surfer si spegne. Ha sempre considerato Frankie Raye un’ingenua avventata, ma forse un nuovo punto di vista era proprio quello di cui aveva bisogno.

-Forse hai ragione. C’è un modo per fermare Saren Lotus, una soluzione che sono stato restio ad attuare. Credevo fosse per ciò che rappresenterebbe, ma ora capisco che erano solo le mie tendenze autodistruttive ad influenzare la mia-

-Surfer?

-Sì, Nova?

-Quello che ho detto sul pensare troppo? Vale il doppio per il parlare troppo.

-Hm. Capisco. Sì, un cambio di prospettiva potrebbe essere l’unica vera soluzione – dice Silver Surfer, volando verso la spiaggia dove i nativi si sono avvicinati per cercare di cogliere la loro conversazione.

-O Dio d’Argento, se abbiamo suscitato le ire della tua compagna dorata, siamo pronti ad espiare le nostre colpe per salvare il nostro pianeta! – supplica uno dei nativi.

-Di quale ira stai... ah, già. Scusate – dice Nova, indicando ciò che resta dello scoglio: i suoi atomi si ricompongono rapidamente, ricostruendo la roccia come se non fosse mai stata disintegrata.

-Non dovete inginocchiarvi di fronte a me. Non sono un... – inizia a spiegare Silver Surfer, fermandosi a riflettere. Non più del necessario, questa volta.

-Non sono venuto per punirvi, ma per portarvi una rivelazione: la vostra civiltà raggiungerà vette che ora non potete neppure immaginare. Raggiungerete lo spazio e vivrete in armonia con il resto della Galassia, se imparerete a vivere in pace e tratterete i vostri simili con rispetto. Solo così mi raggiungerete – rivela Silver Surfer; il suo corpo si illumina di luce celestiale, e quando la luce si spegne l’araldo ha già raggiunto l’orbita del pianeta.

Si ferma ad osservare il mondo dall’alto, in attesa che Nova lo raggiunga.

-Okay, cos’era quello!? – chiede preoccupata.

-Ho improvvisato. E’ probabile che la loro storia dimenticherà questo incidente, ma forse il ricordo delle mie parole influenzerà positivamente la crescita della loro civiltà.

-Ne sei proprio sicuro? Johnny mi ha fatto vedere abbastanza puntate di Star Trek da farmi pensare che la cosa potrebbe essere interpretata nel modo sbagliato e fare più danni di-

-Non pensarci troppo. Andiamo, ho un’idea su come salvare la Galassia – risponde Silver Surfer, volando verso l’esterno di questo sistema solare.

-Potrei aver appena creato un mostro – sospira Nova.

 

Deneb, 2600 anni-luce dalla Terra

Come attuale leader supremo di Zenn-La, Shalla-Bal ha ben poco tempo per rilassarsi. Non si direbbe a guardare lo sgargiante giardino dove sta passeggiando, ma il pianeta è in pieno fermento: dopo anni passati in esilio in una dimensione parallela, a riscoprire tecnologia militare abbandonata da millenni, il suo popolo ha riscoperto la passione della conquista.

Poco importa che altre potenze interstellari o persino intergalattiche, dai Rigelliani ai Kree agli Shi’ar, abbiano espresso forti preoccupazioni per le posizioni aggressive della nuova Zenn-La ed abbiano condannato i suoi legami con l’organizzazione terroristica di Saren Lotus: Shalla-Bal ha promesso alla sua civiltà che non sarà più debole. Che renderà Zenn-La di nuovo grande.

-Sembrano passati secoli – dice una voce che riporta Shalla-Bal alla realtà.

Silver Surfer è seduto di fianco ad un cespuglio di rose verdastre, intento ad ammirare il fiore alieno. Shalla-Bal estrae la propria pistola disintegratrice, per puro istinto, ma la ripone senza sparare un colpo sapendo che sarebbe uno spreco totale.

-Dall’ultima volta in cui ci siamo incontrati qui? Sono passati secoli, Norrin.

-Un lasso di tempo normalmente insignificante per gli zenn-laviani, certo, ma nel nostro caso molte cose sono cambiate. Nessuno di noi due è la stessa persona di allora.

-La prima volta in cui sedemmo assieme vicino a questi fiori, credevo mi avresti chiesto di sposarti. Se sei qui per cercare di convincermi a frenare l’espansione di Zenn-La, Norrin...

-No, hai reso abbondantemente chiaro che il tuo fervore è reale. No, Shalla-Bal, anche se sono qui per farti una proposta, difficilmente ne potresti immaginare la natura.

 

In un luogo segreto nello spazio interstellare

Saren Lotus è abituato a sentirsi dire ciò che vuole. Grazie al suo potere, chiunque si trovi al suo cospetto si trova istantaneamente ad essere completamente d’accordo con qualunque cosa lui pensi, al punto da rendere ribellarsi a lui inconcepibile. Eppure non riesce a credere a ciò che l’ologramma di Shalla-Bal gli ha appena detto.

-Non sono senza senso dell’umorismo, mia cara, ma ti pare un argomento su cui scherzare?

-Sono mortalmente seria, Saren. Silver Surfer vuole concordare una tregua e chiede di incontrarsi in una località neutrale.

-Una tregua. E si aspetta seriamente che io rispetti un accordo con lui?

-Dice che è il modo migliore per limitare i danni delle tue azioni e che per te è un’occasione d’oro per eliminare il tuo avversario.

-Se avessi voluto eliminarlo gli avrei ordinato di gettarsi in un buco nero. Quello che voglio è che soffra per aver portato Galactus sul mio mondo. Credi voglia tendermi una trappola, Shalla-Bal?

-L’ho pensato, certo. Ma un incontro di persona? Sa di non poter resistere al tuo potere. E’ rimasto molto colpito dal nuovo status di Zenn-La, è possibile che sia sincero.

-Vedremo. Trasmettimi le coordinate di questa “località neutrale”. Sarai presente anche tu all’incontro, e porta con te il Dislocatore Quantico.

-Lo farò. Shalla-Bal, chiudo – conclude la donna, il cui ologramma svanisce.

Saren Lotus non dice niente, riflettendo attentamente. Ora che l’immagine della donna è svanita, può vedere il proprio riflesso nella finestra che si affaccia su un campo di stelle. Dietro l’umanoide dalla pelle viola c’è un essere massiccio che sembra essere fatto di pietra.

-Cosa ne pensi, Terrax?

-Surfer non è tipo da sotterfugi ed è troppo stupido per mentire come si deve. Forse pensa che il tuo potere non funzioni sugli araldi? In fondo, io non mi faccio certo comandare da un debole come te.

-Quindi non sarai presente come mia guardia del corpo?

-Non dirlo neanche per scherzo, non lascerei mai che qualcuno ti faccia del male! Ma solo perché voglio dare una bella lezione al damerino argentato, sia chiaro.

-Non alzerai un dito contro Silver Surfer. E smettila di pensare di essere libero dal mio controllo, sta diventando irritante.

-Sono al tuo completo servizio, Saren Lotus – risponde Terrax, genuflettendosi al cospetto del suo signore come non ha fatto nemmeno di fronte a Galactus.

-Così va meglio. Devo ammettere di essere un po’ curioso di scoprire cosa ha in mente Silver Surfer... chissà che non mi dia un altro modo per tormentarlo.

 

Wezen, 1542 anni-luce dalla Terra

Ben poche mappe interstellari riportano questo mondo, e per buone ragioni: soltanto qualche centinaio di migliaia di anni fa la sua superficie era ancora ricoperta di magma incandescente. E’ passato troppo poco tempo da quando si è raffreddato a sufficienza da permettere alla vita di sopravvivere sul suo solo; fino ad oggi, l’essere più evoluto di questo mondo era un batterio.

Terrax è il primo a scendere dall’astronave di Saren; il terreno trema sotto il suo peso. Dall’altra parte di un ampio spiazzo deserto, Silver Surfer è in piedi di fronte alla propria tavola da surf, incrociando le braccia. Shalla-Bal è al suo fianco, ed indossa l’alta uniforme militare dello Scudo d’Argento, la milizia che ora guida Zenn-La in suo nome.

-Surfer. Ne hai di coraggio a sfidarmi, te ne rendo atto.

-Terrax. Non ho alcun contenzioso con te: fammi parlare con il tuo padrone, e questa volta non sarai umiliato da nessun altro se non da te stesso.

-Se è uno scontro che vuoi... – inizia a rispondere alla sfida Terrax, brandendo la propria ascia cosmica; il suo potere potrebbe spaccare a metà il pianeta, ma si affievolisce non appena Saren Lotus gli passa accanto. L’alieno dalla pelle viola si avvicina all’ex araldo come se non ne fosse minimamente intimorito.

-Facciamola finita. Devo ammettere di essere sorpreso, Silver Surfer: questa mossa non è da te.

-Non è stata una mia idea – rivela Surfer, pentendosi immediatamente di aver aperto bocca: a questa distanza da Saren Lotus, persino in mancanza di ordini diretti è impossibile volergli fare del male.

-Ma davvero? Sempre più curioso. Va bene, starò al gioco: vuoi davvero una tregua?

-Sì. Capisco il tuo desiderio di vendetta contro di me per aver portato Galactus sul tuo mondo, ma il mio desiderio di impedirti di fare del male a degli innocenti è altrettanto forte. Desisti dai tuoi intenti malvagi, e giuro sul mio onore che ti lascerò in pace per sempre.

-Onore? Riesci a credere che il tuo ragazzo parla ancora di onore? – Saren chiede a Shalla-Bal.

-Penso sia sincero – risponde lei.

-Non mentirmi. Dimmi veramente che cosa vuoi – ordina Saren.

-Voglio non essere più debole. Voglio che Zenn-La sia di nuovo forte – ammette Shalla-Bal.

-E credi che Silver Surfer te lo lascerà fare?

-Crede che io sia cambiata solo per colpa tua. Crede di potermi convincere a tornare ad essere l’ingenua che lui ricorda.

-Ma senti un po’ – commenta sarcastico Saren, fissando negli occhi Silver Surfer.

-Credi di essere un eroe e che faresti di tutto per fermarmi, dico bene?

-Lo farei, sì – risponde Silver Surfer.

-Sai, non mi piace quando la gente mente. Qualunque cosa, eh? E se accettassi di ritirarmi a vita privata solo se tu uccidessi Shalla-Bal con le tue stesse mani? Potrei ordinarti di farlo, sai.

-Fallo e non esisterà luogo in tutto il multiverso in cui sarai al sicuro da me.

-Così tanta retorica. Io sono un tipo da fatti concreti. Terrax? Uccidi Shalla-Bal, per favore.

-Con piacere! – risponde entusiasticamente il bruto, scagliando la propria ascia cosmica verso la donna. Silver Surfer si muove più velocemente di quanto l’occhio possa seguire, ed afferra l’arma prima che questa raggiunga il proprio bersaglio.

-Lascia andare la mia ascia! – protesta Terrax; al suono della sua voce, l’arma si muove di propria volontà con una forza che nemmeno Silver Surfer può fermare.

Si lascia trascinare verso Terrax, scagliando una raffica di potere cosmico durante il tragitto; Terrax viene scagliato indietro di qualche decina di metri, durante i quali l’asse di Surfer l’ha già raggiunto.

Sono bastati pochi secondi per portare lo scontro ad una situazione familiare: Silver Surfer in volo attorno ad un Terrax armato e pronto ad uccidere.

-Questo sì che è uno spettacolo interessante – commenta Saren Lotus, distratto però dai colpi di una pistola laser. Quando si volta può vedere Shalla-Bal fare fuoco: nonostante la distanza ravvicinata, lo sta mancando completamente. E giusto per farle capire la futilità del suo gesto, cammina verso di lei allargando le braccia per rendersi un bersaglio ancora più facile.

-E’ frustrante, vero? Non importa quello che ordini al tuo corpo di fare, non ti è proprio possibile volermi uccidere. Eppure credevo lavorassimo bene insieme!

-Quando eravamo alleati. Ma non sarò più schiava di nessuno – reitera Shalla-Bal. Le sue mani tremano, nonostante riesca comunque a mancare il bersaglio a discapito della distanza ravvicinata. Per sottolineare il suo potere su di lei, Saren afferra la sua mano e si avvicina fino ad appoggiare la pistola laser contro la propria fronte.

-Allora? Non ti sto ordinando niente, sai. Non avrai mai un’occasione migliore di liberarti di me; lo capisci ora quanto è futile opporsi a Saren Lotus? Anche solo l’effetto passivo è...-

C’è un rombo di tuono. Qualcosa di enorme è appena entrato nell’atmosfera di questo pianeta, qualcosa che sta oscurando il sole gettando un’ombra sull’intero pianeta.

Saren Lotus fa un passo indietro, quasi inciampando. La donna armata di fronte a lui, i due araldi alle sue spalle che si scambiano colpi di energia che potrebbero radere al suolo una città, nulla riesce ad occupare la sua mente se non i terribili ricordi riportati alla luce da quell’ombra.

-Terrax. Terrax! Smettila di combattere e portami via di qui!!! – ordina, la spocchia nella sua voce rimpiazzata dal terrore.

Terrax spinge da parte Silver Surfer e corre verso il suo padrone, ma l’ansia di ubbidire ai suoi comandi gli ha fatto dimenticare con chi sta combattendo. Silver Surfer lo raggiunge in un nanosecondo, trasmutando l’aria attorno a lui in un blocco solido di diamante.

-E’ inutile, Terrax. Sappiamo entrambi che questo è un fato da cui non si sfugge.

Le nuvole scaricano fulmini contro la nave sferica che ha trafitto il cielo. Due figure volano elegantemente attorno ad essa, una di energia azzurra e l’altra di fuoco, mentre il portellone si apre.

Un titano alto cinquanta metri scende verso la superficie, ignorando completamente la gravità.

-Galactus? Hai chiamato Galactus!?!? – protesta Saren Lotus.

-A dire la verità l’ho chiamato io – rivela Nova, atterrando di fronte al terrorista e degnandolo di poca attenzione per focalizzarsi invece su Shalla-Bal.

-Quindi tu saresti la ragazza di cui Surfer parla sempre, hm?

-Non so chi tu sia, ma portami via di qui – le ordina Saren Lotus. Nova non ci pensa due volte ad afferrarlo per una mano e a sollevarsi da terra. Prima che vada molto lontano, un essere per nulla umanoide composto di luce azzurra le si para davanti.

-Non andrai da nessuna parte. Il mio signore non ha finito con te – chiarisce Stardust, l’attuale araldo del Divoratore di Mondi.

-Nova – dice Galactus con voce tonante. La donna di fuoco lascia cadere Saren e vola verso il suo ex padrone, fino a poterlo fissare negli occhi.

-Galactus. Non ero sicura avresti risposto alla mia chiamata.

-Dovresti essere morta. Spiegati.

-Io, ecco, a dire la verità, non ne sono molto sicura. Non hai intenzione di uccidermi, vero?

-Sei morta per mano del mio vecchio araldo Morg, vero, ma non per ordine mio. Che interesse possono avere per Galactus le tue azioni?

-Hai comunque risposto alla mia chiamata.

-Ho fame.

Due parole semplici, ma che fanno calare il gelo su questo giovane mondo. Silver Surfer vola verso il Divoratore di Mondi, pronunciando parole che credeva non avrebbe mai più detto.

-Allora che questo mondo possa saziarti, Galactus.

-Mio signore! Di certo non puoi fidarti di questo infedele traditore! – protesta Stardust.

-Questo mondo è adatto al mio sostentamento, araldo?

-Sì... sì, i sensi di cui mi hai dotato me lo confermano. Ma il traditore-

-Non ha importanza. Nulla ha importanza, tranne la Fame.

-Galactus! Ascoltami! Galactus!!! – invoca Saren Lotus, le cui parole cadono nel vuoto.

-Andatevene, araldi. Galactus preferisce nutrirsi in pace.

-Che cosa? No! Portatemi via di qui!!! – ordina Saren.

Terrax flette i muscoli per distruggere la propria prigione di diamante, ed il terreno sotto i suoi piedi si stacca dal resto del pianeta per portarlo in orbita. Nova e Stardust semplicemente volano via, mentre Silver Surfer vola verso Shalla-Bal per prenderla tra le proprie braccia.

-Fermo! Dobbiamo portare Saren via di qui! – protesta lei, ancora sotto la sua influenza.

-Le sue parole cadono nel vuoto. Quando portai Galactus su Telovi, il loro potere non funzionò su di me: così come Galactus è immune dal suo potere, la sua presenza sembra nullificare la presa che Saren può avere su noi araldi. Saren sarà presto dove dovrebbe essere – sentenzia Silver Surfer, volando via.

-No, fermatevi! Vi ordino di fermarvi! – grida a pieni polmoni Saren, ma ormai sul pianeta non è rimasto più nessuno...se non il gigante di fronte a lui.

-Galactus! Ti ordino di fermarti!

Il terreno inizia a tremare, così forte da rendere difficile stare in piedi. Saren striscia verso il Divoratore di Mondi, il cui sguardo è fisso all’orizzonte dove un vulcano sta eruttando.

-Galactus!!! Saren Lotus di Telovi ti ordina di fermarti!!! Ascoltami!!! Ascoltami!!!

Le grida dell’ultimo teloviano dell’universo si confondono con il frastuono dei terremoti, eruzioni e tuoni che stanno dilaniando questo mondo senza nome.

E la voce di un uomo che poteva comandare eserciti senza aprire bocca viene zittita per sempre senza che Galactus gli conceda attenzione.

 

Il procedimento è terrificante quanto banale. Miliardi di anni di pratica hanno raffinato ogni piccola minuzia, rendendo la fine di un mondo efficiente e rapida. Nulla è lasciato al caso e tutto è stato studiato nei minimi dettagli: i suoi araldi possono avvertire l’essenza vitale stessa del pianeta venire prosciugata, cancellando ogni benché minima speranza che questo pianeta possa nuovamente ospitare qualsiasi forma di vita.

Ben poche persone nella storia dell’universo hanno assistito a così tanti banchetti di Galactus quanto i presenti. Ma se Stardust ne contempla la sublime distruzione, Terrax ne invidia il potere e Nova ricorda quanto è stato difficile ribellarsi al suo padrone la prima volta, i pensieri di Silver Surfer sono ora tutti per Shalla-Bal. E non solo perché, tra i presenti, è l’unica a non poter sopravvivere sullo scafo esterno della nave di Galactus senza la sua assistenza.

-E’ finita, Shalla-Bal. Ora sei libera dal controllo di Saren, per sempre.

-Di che cosa stai parlando? – risponde lei, respingendolo sia fisicamente che metaforicamente.

-Non sei più obbligata a seguire i suoi perversi ideali: Zenn-La può ritrovare la pace.

-Che cosa ne sai tu di Zenn-La!? Sei scappato per le stelle mentre noi abbiamo dovuto imparare a cavarcela da soli! Pensi che soltanto il controllo mentale mi farebbe desiderare di-

Qualcosa scuote l’astronave di Galactus. Un lampo accecante di energia avvolge il pianeta: laddove fino ad un istante prima si trovava solo un immenso campo di detriti, ora c’è nuovamente un giovane mondo... ripristinato nello stato in cui si trovava prima dell’arrivo del Divoratore.

-Chi osa prendersi gioco di Galactus!? – protesta il dio spaziale. La sua natura è troppo al di là di quella mortale perché gli si possano assegnare emozioni umane, ma Nova pensa altrimenti.

-Penso che lo abbiamo fatto incazzare – commenta la terrestre.

-Avevi detto che non si sarebbe accorto della differenza tra un pianeta vero ed una copia creata con il Dislocatore Quantico!!! – protesta Shalla-Bal.

-Persino i miei sensi cosmici ne sono stati ingannati... e Galactus non se ne è accorto fino a quando non si è nutrito. Ma sembra che nemmeno io conosca abbastanza il Divoratore – si scusa Surfer.

-Non ho tratto alcun nutrimento dalla copia che ho consumato: ho solo sprecato energie. E la responsabile sei tu, donna - accusa Galactus, additando Shalla-Bal.

-Ora sai che persino Galactus deve temere la potenza di Zenn-La.

-I tuoi pensieri non sono nulla per me. Galactus è oltre la vendetta; ma convincermi con l’inganno a sprecare inutilmente energia, quando la Fame mi divora, è inaccettabile. Deve esserci una retribuzione.

 

Deneb, 2600 anni-luce dalla Terra

La nave di Galactus si è spostata nello spazio così rapidamente da non aver dato modo nemmeno a Silver Surfer di rendersene conto per tempo. Sa per esperienza che nemmeno la sua tecnologia è così avanzata... altrimenti non avrebbe bisogno di araldi.

-Galactus ci ha teleportati in orbita attorno a Zenn-La. Sprecare così tanta energia nonostante non sia riuscito a nutrirsi... non l’ho mai visto reagire così – realizza Surfer.

-La vostra punizione sarà sicuramente terribile – pregusta Stardust.

-Mi fai rimpiangere Morg – lo sbeffeggia Nova.

-Milioni di tentativi sono stati fatti per mettere fine alla mia esistenza. Tutti hanno fallito, perché io sono Galactus, ma ho concesso ad alcuni di loro di testare la mia pazienza, nella remota possibilità che la mia Fame potesse essere estinta. Ma da quando il mio stesso araldo mi ha tradito, questi tentativi si sono fatti più frequenti... e più seccanti. E’ necessario dare un esempio.-

Ad un gesto di Galactus, una piccola arma fuoriesce dall’uniforme di Shalla-Bal per volare nella sua mano. Il Dislocatore Quantico può essere una delle tecnologie più potenti dell’universo, ma quando Galactus serra il pugno viene ridotta in un cumulo di atomi fumanti.

-Vuoi divorare il mio mondo? Provaci. Siamo sopravvissuti a tutto – lo sfida Shalla-Bal.

-Giurai tempo fa di risparmiare questo mondo. Ed anche se l’araldo che mi strappò quel giuramento mi ha tradito, Galactus rispetta la propria parola. No, donna, non divorerò il tuo mondo, ma lo renderò un esempio per tutti i mondi che oseranno sfidarmi – proclama il Divoratore, scagliando una possente scarica di energia verso Zenn-La.

La scarica non raggiunge il pianeta, però: lo avvolge completamente, formando uno scudo semitrasparente che riflette la luce della sua stella prima di diventare invisibile.

-Una barriera. Come quella che mi imprigionò sulla Terra per anni – la riconosce Silver Surfer.

-Zenn-La è ora isolata dal resto della Galassia: nessuna forza dell’universo supererà quella barriera a meno che io non voglia. Così parla Galactus!

-Non importa: troveremo un modo per infrangerla! Vieni con me, Norrin, torna su Zenn-La ed aiutami a renderla nuovamente grande – chiede Shalla-Bal.

Silver Surfer non sa cosa rispondere. Ha desiderato per così tanto tempo riaverla tra le proprie braccia, rivedere il proprio mondo natale... ed ora ha scoperto nel modo più doloroso possibile che il detto terrestre è vero: non puoi mai tornare a casa.

-Il mio posto è tra le stelle, Shalla-Bal, così come il tuo è con la gente di Zenn-La.

-Sei solo un traditore ed un egocentrico! Non ti è mai importato nulla di Zenn-La: pensi di aver fatto un nobile sacrificio per salvarci da Galactus, ma volevi solo scappare. Ed ora ci condanni all’esilio forzato così come Galactus aveva forzato te!

-Ti sbagli, Shalla-Bal: Zenn-La si è condannata da sola. Ascoltami, Galactus: so di non poterti convincere ad annullare la tua punizione, ma ti prego, concedimi di poter superare la barriera.

-E perché mai Galactus dovrebbe farlo?

-Perché, se questa punizione guarirà Zenn-La dalla malattia del desiderio di guerra, io ti convincerò a perdonarli e distruggere la barriera.

-La tua presunzione non conosce limiti, come sempre. Che il giorno in cui ti ho scelto come mio araldo possa essere maledetto per tutta l’eternità! Acconsentirò alla tua richiesta, perché altrimenti mi importuneresti per millenni pur di convincermi.

-Infinitamente misericordioso è il Divoratore di Mondi – annuisce Stardust.

-Facciamola finita, allora. Riportami su Zenn-La, Galactus, e lascia questo mondo per sempre – chiede Shalla-Bal. In un batter d’occhio, si ritrova dall’altra parte della barriera.

-Ora svanisci dalla mia vista, Silver Surfer. Terrax e Nova, siete liberi di andarvene, ma non interferite più con i miei pasti. La mia pazienza ha un limite.

-Non me lo faccio dire due volte – risponde Terrax, attirando verso di sé un piccolo meteorite per volare via da questo sistema solare. Stardust osserva tutti gli altri araldi andarsene, chiedendosi per quali oscuri motivi Galactus non si sia ancora liberato di loro. Forse il Divoratore prova un qualche tipo di attaccamento emotivo verso di loro? No, non può essere: deve avere motivi insondabili.

-Ora che siamo nuovamente soli, mio signore, come posso servirti?

Galactus osserva Zenn-La per un istante. L’energia di quel mondo potrebbe sostenerlo adeguatamente, eppure nessun altro pianeta tranne la Terra gli è sfuggito più di una volta. Forse dovrebbe riconsiderare la sua posizione e divorarlo. Ma si convince che una forza della natura dovrebbe essere superiore all’attitudine di un semplice pianeta.

-Trovami un mondo che possa sostentarmi. Ho fame.

 

Gold Coast, Australia

Il sole splende sulla spiaggia, riflettendosi sulla pelle argentea. Attorno a lui si è creato il vuoto: nessuno dei turisti vuole avvicinarsi più di una cinquantina di metri. Soltanto una donna dai capelli rossi è seduta al suo fianco sulla sabbia; della loro visita resteranno solo voci non confermate, però, perché qualunque tentativo di fotografarli o filmarli viene reso impossibile dal Potere Cosmico.

-Difficile credere che tutto sia iniziato qui, con il mio incontro con Joy Traveler. Mai avrei potuto immaginare che il suo mistero mi avrebbe portato-

-Sì sì, me lo hai già raccontato. Adesso cosa hai intenzione di fare, Silverado? Tornare a Zenn-La? – chiede Frankie Raye.

-Non sono ancora pronto a farlo. E nemmeno il mio mondo lo è. Ho bisogno di riflettere su quello che ho fatto oggi: non solo ho volontariamente chiesto a Galactus di mettere fine a una vita, ma ho costretto Zenn-La a sopportare il giogo dell’esilio che un tempo mi bloccò sulla Terra.

-Tecnicamente io ho chiamato Galactus. E da quanto mi dicono eri piuttosto insopportabile durante il tuo esilio, quindi chissà, forse Zenn-La ne uscirà migliore di prima.

-Hai un modo strano di sollevare il mio morale, Nova. Quali sono le tue intenzioni? Vuoi restare sulla Terra e ricominciare la tua vita?

-Non lo so. Non sono più la stessa persona che ha fatto parte dei Fantastici Quattro, e non solo perché nel frattempo sono morta. Buffo, no? Parliamo tanto dei nostri sensi cosmici, ma nessuno di noi due è mai riuscito a trovare veramente se stesso.

-Andiamo. Non ha senso rimuginare troppo su queste cose – la incita Silver Surfer, alzandosi in piedi; la sua tavola da surf reagisce istintivamente volando verso di lui, e Frankie reagisce restando a bocca aperta.

-“Non rimuginare troppo”? Chi sei tu e che ne hai fatto di Silver Surfer? – risponde lei, trasformando il proprio corpo umano nella forma dorata di Nova.

-Ho seguito un consiglio di una cara amica. E ne ho uno altrettanto prezioso: torniamo tra le stelle, in cerca di avventura e di noi stessi.

-Sai una cosa, Silverado? Forse tutto sommato non è una cattiva idea.

I due ex araldi si alzano in volo, sfrecciando verso il cielo ed oltrepassandolo fino a raggiungere le stelle. Nessuno dei due conosce la propria destinazione, ma per la prima volta da moltissimo tempo a nessuno dei due importa veramente.

 

FINE

Silver Surfer e Nova torneranno su:

https://www.comicus.it/marvelit/images/loghi_storie/GDG.jpg

 

Note

Già, il percorso di Silver Surfer si interrompe qui, per il momento. Dopo aver viaggiato in lungo e in largo per la Galassia e non solo, il surfista argentato torna a vagare tra le stelle e tra le storie Marvel IT. Lo ritroveremo sulle pagine di Guardiani della Galassia e probabilmente non solo.

Excelsior!

 

 

 

 

 

Note astronomiche

Deneb

Wezen